RICORDATE
IL _MAESTRO MANZI_?
Le persone che hanno visto i primi anni della
televisione ricorderanno con molta simpatia un maestro elementare, il maestro
Manzi, che in pochissimi anni, con un suo straordinario programma televisivo
riuscì ad insegnare a leggere, a scrivere e a far di conto a quasi tre milioni
di italiani. Non dimentichiamoci, questo lo dico alle giovani lettrici e ai
giovani lettori di VuèSentì, che, fino ai primi anni cinquanta, in Italia
moltissime persone anziane erano analfabete. L’Italia della prima metà del
novecento era formata da contadini, quasi tutti molto poco alfabetizzati. Con
questa trasmissione dunque questo bravissimo maestro con dolcezza, pazienza,
benevolenza ed estrema professionalità, insegnò alle persone anziane nate molto
prima della Seconda Guerra Mondiale a leggere, scrivere e far di conto. I giovani non sanno (certamente non per colpa
loro) che, fino alla fine della Seconda
Guerra Mondiale, gli italiani erano afflitti da un numero elevatissimo di
persone analfabete. Potete immaginare come fossero manipolabili queste grandi
masse di cittadini da chi allora gestiva il potere, sto parlando del fascismo,
tanto per avere un’idea più precisa.
Va ricordato che tenere il popolo nell’ignoranza fu
una caratteristica anche dei moderati, allora si chiamavano benpensanti, che
iniziarono a governare la nazione ormai diventata Repubblica con la
determinazione che “più asini sono
gli altri più dottori siamo noi”, mentalità che proveniva direttamente dai Borboni del
Regno di Napoli e dai meccanismi clericali dell’allora Stato Pontificio. In quest’ultimo caso, per esempio era
inutile imparare a leggere il Vangelo, tanto c’erano i sacerdoti che
provvedevano a raccontarlo ai fedeli. Divago per un attimo, i protestanti
invece erano stimolati a saper leggere e scrivere per poter, “loro” sì,
conoscere e comprendere personalmente le
Sacre Scritture, senza l’intermediazione di persone a loro estranee.
Torniamo al maestro Manzi e all’oggi. E’ di questi
giorni che gli alti nuovi vertici della Radiotelevisione Italiana hanno
annunziato che, così come fece la Radiotelevisione Italiana nella seconda metà
degli anni cinquanta , sarebbe buona
cosa progettare una nuova trasmissione
televisiva, questa volta per insegnare l’informatica a quanta più gente
possibile. L’idea è buona, ma, pensare solo all’informatica senza invadere
altri campi della conoscenza mi sembra assolutamente deludente, ridicolo e
supponente. Tra l’altro,
leggendo tra le righe, noterete che quelli che in Italia hanno il ballo in mano
usano il verbo “fare” o al futuro o al gerundio. Faremo, stiamo facendo.
Mai al passato, abbiamo fatto.
Spiego subito il perchè di questa mia affermazione
riguardante la Radiotelevisione Italiana. Sarei felicissimo se si cominciasse a
progettare format televisivi dedicati particolarmente ai giovanissimi dove
poter parlare di musica, di paesaggio, di cultura, di letteratura italiana, di
sport, di paesaggio, di architettura, di clima, di scienza, di tecnologia, del
tempo libero, della manutenzione del territorio, degli scrittori contemporanei,
di come si leggono i libri, di come si usano le biblioteche, di cosa sia l’interpretazione, di storia
dell’arte, di storia della scienza, di fisica, di storia antica e di storia
contemporanea. eccetera eccetera.
Come ben si sa una generazione per nascere e formarsi
al meglio ha bisogno di venticinque
anni. Ebbene l’ultima generazione è stata vilipesa, dimenticata, pesantemente
trattata a pene di molosso da governanti senza scrupoli, appartenenti a “tutto”
lo schieramento politico italiano, gentaglia che ha combinato questo disastro
scientemente, negli ultimi venticinque anni. Hanno
perfezionato al massimo ciò che i signori (!) della prima Repubblica avevano
iniziato a fare immediatamente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Ricordate Benigni che spiegava in pubblico la Divina
Commedia? La maggioranza entusiasta dei suoi spettatori era formata da giovani,
che avevano ed hanno voglia di
conoscenza e che hanno il diritto di conoscere. Di persone in grado di fare
delle lezioni straordinarie ai giovanissimi e alla giovanissime, in Italia ce
ne sono fortunatamente moltissime. Così tanto per fare un esempio interpellerei
per il clima nel mondo il climatologo dott. Luca Mercalli, per la conoscenza
del disastro urbanistico archeologico e ambientale andrebbero benissimo i due giornalisti Gian
Antonio Stella e Sergio Rizzo; consiglio caldamente leggere il loro libro
“VANDALI / L’ assalto alle bellezze d’Italia”, edito da Rizzoli. Vi copio la dedica che troverete sul frontespizio del
libro: “Ai nostri bambini perché possano vedere ancora quanto era bella
l’Italia”.
Di musicisti, scrittori, architetti, scienziati,
storici, scrittori e quanto più si
vuole, in Italia ne abbiamo a decine di migliaia. Ovviamente
donne e uomini.
IN America dal 1958 al 1972 Leonard Bernstein tenne
una trentina di conversazioni sulla musica destinate ai ragazzini e alle
ragazzine. Il teatro era sempre affollatissimo da bambini e bambine con i loro
genitori, Bernstein aveva a diposizione la
New York Philarmonic Orchestra e teneva delle conversazioni
formidabilmente chiare e affascinanti. In questo periodo ogni settimana
l’Espresso esce con questi DVD, un piacere immenso averli e guardarli, se poi
lo farete con i vostri figli e i vostri nipoti resterete meravigliati di quanto
anche oggi queste conversazione sarebbero apprezzate dai giovanissimi
spettatori e dalla giovanissime spettatrici.
Che aspettiamo allora? I tempi sono strettissimi, se
si continuerà così come adesso con politiche pilotate da nani e da rozzi
ignoranti, ancora per poco tempo durerà lo scempio, dopo di che diventerà
definitivo perchè avremo superato abbondantemente il punto di non ritorno.
Vogliamo uscire da questo stramaledettissimo e pericolosissimo analfabetismo? S
è vero, come dovrebbe essere vero, che la Radiotelevisione Italiana è un
formidabile Servizio Pubblico che cosa stiamo aspettando? Che piovino rane?
franz falanga
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